La termografia ed il suo utilizzo in agricoltura.

Negli ultimi decenni le indagini diagnostiche del suolo hanno trovato nella termografia una perfetta tecnica di misura, in grado di riportare informazioni sulle condizioni della superficie del suolo senza apportare nessun tipo di modifica del suolo stesso, ossia senza essere invasiva né distruttiva. La termografia, infatti, effettua misure utilizzando la radiazione infra-rossa che viene naturalmente emessa dai corpi in risposta ad una sollecitazione termica, permettendo di riconoscere le differenti temperature e, quindi, di effettuare una serie di valutazioni differenti a seconda dei casi. L’utilizzo di questa tecnica di controllo è molto vario e va dalle analisi e controlli delle condizioni di palazzi storici fino ai controlli dei terreni in agricoltura. Gli studi ed i controlli termografici sui terreni agricoli permettono di realizzare delle mappe termiche che riportano, in colorazioni differenti, le diverse temperature del suolo o delle piante, permettendo di riconoscere anomalie e problematiche più o meno gravi. Sono molte le termocamere utilizzate in agricoltura, ma sicuramente, quelle applicabili ai droni sono le più utilizzate.

Grazie a questo metodo di indagine si può effettuare una mappatura delle condizioni termiche del terreno sul quale si opera potendone così valutare lo stato e contrastando sul sorgere eventuali problemi o patologie rilevabili tramite l’infra-rosso, in particolare:

– Verifica stress idrico delle coltivazioni
– Verifica stato fusti alberi da frutta o legna
– Verifica dell’umidità del terreno
– Verifica della corretto grado della temperatura interna della piante.

In linea di massima, si può affermare che la termografia viene utilizzata in agricoltura con un doppio scopo, spesso coincidente, ossia di controllo e di prevenzione. Con la termografica, infatti, si acquisiscono le immagini ad infra-rosso tramite telerilevamento per controllare ad esempio la corretta irrigazione dei campi, che viene evidenziata da un colore omogeneo delle mappe restituite dall’elaborazione dei dati acquisiti. In caso di presenza di problemi, legati ad una zona nella quale l’irrigazione non risulta sufficiente o, al contrario, si dimostra eccessiva, sarà possibile intervenire facilmente, avendo già una mappa indicante luogo e tipo di problema da risolvere.

Anche se la termografia non è una tecnica nata a scopo agricolo, da questo settore ne ha saputo trarre un grande beneficio, proprio perché le analisi, non essendo invasive, garantiscono la massima protezione e cura di terreni, semi, piante e alberi. Per questo motivo, i tecnici esperti in infra-rosso e in immagini termografiche hanno saputo evidenziare una serie di indagini che permettono di avere un migliore controllo sullo stato di salute di terreno e piante. Va sottolineato che i parametri che possono essere valutati e misurati tramite termografia sono fondamentali per garantire alla coltura una crescita e uno sviluppo sani. Lo stress idrico, ad esempio, indica una perdurata carenza di acqua che può portare la pianta a soffrire e morire, ma anche ad adattarsi. Mentre il primo caso può essere facilmente visibile solo quando la pianta inizia a soffrire, il secondo caso è ancora più pericoloso per la pianta stessa visto che l’adattamento non sempre rappresenta una risposta positiva. Esso, infatti, può condurre la pianta a sopravvivere, ma non necessariamente in maniera salutare: foglie poco toniche di piccole dimensioni o cadenti e frutti che non arrivano alla corretta maturazione possono essere evidenze tardive della carenza idrica cui è stata soggetta la pianta. Tramite la termografia, quindi, si può monitorare costantemente tutto il terreno e la sua umidità, intervenendo in tempo quando si riscontrano problemi legati allo stress idrico.

Il controllo delle immagini e la creazione di mappe termiche, inoltre, può essere effettuato in tempo reale, ossia durante la registrazione del drone oppure successivamente, a seconda dei casi e delle necessità. Naturalmente, è necessario che tali immagini vadano lette e interpretate da un tecnico esperto, in grado di comprendere il significato dei falsi colori rilasciati dall’indagine termografica e valutare eventuali fattori di rischio per la coltura.

La fotogrammetria.

La fotogrammetria è una tecnica di rilievo mediante l’utilizzo di droni che permette di ricostruire attraverso delle foto scattate dall’alto la planimetria 3D di un terreno. La ricostruzione avviene con l’utilizzo di opportuni software in grado di restituire la pianta tridimensionale, ortofoto e curve di livello il tutto in scala.

I vantaggi sono molteplici:

ACCURATEZZA: Nei rilievi topografici con drone, è possibile individuare caratteristiche del territorio difficili da percepire diversamente. A livello di suolo, infatti, anche solo calcolare le coordinate precise risulta essere un’operazione lunga e complessa;

ACCESSIBILITÀ A LIVELLO SPAZIALE: Il drone per rilievi topografici, catastali e ancor più quelli geologici e architettonici dà la possibilità di effettuare misurazioni in zone altrimenti inaccessibili;

RAPIDITÀ: Qualunque operazione di fotogrammetria tramite drone conta tempi decisamente inferiori rispetto alle tecniche tradizionali;

PRECISIONE DEI DATI: I dati acquisiti tramite rilievi aerofotogrammetrici con drone godono di una precisione centimetrica;

ECONOMICITÀ: è una soluzione economica e che gode di un rapporto qualità-prezzo ottimo, ancor più considerando le prestazioni elevate che è in grado di fornire.

Anche in agricoltura può essere usata la fotogrammetria: la ricostruzione dell’andamento planimetrico dei terreno permette di capire dove potrebbero formarsi ristagni d’acqua o di neve, quindi zone dove eventualmente si deve apportare o asportare del materiale allo scopo di ottenere un terreno in piano e senza avvallamenti.

Perizie.

Altro impiego dei droni è quello delle perizie: grazie alla possibilità di scattare foto georeferenziate (cioè foto con le coordinate GPS) da una certa quota, certificano la veridicità della posizione dello scatto. Nel caso di danni dovuti a calamità naturali o di origine dolosa, risultano una prova inconfutabile e necessaria per richiedere un eventuale risarcimento, sia per le colture, sia a strutture (tetti scoperchiati di capannoni, crolli di coperture o murature, ecc.), sia ad impianti (per esempio impianti fotovoltaici).

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