Negli ultimi anni, anche la termografia ha iniziato a muovere i primi passi in campo archeologico ed architettonico.
Nel settore delle tecniche di analisi non distruttive, la termografia all’infrarosso  rappresenta un importante strumento di conoscenza del manufatto architettonico ed ha trovato una vasta applicazione nel settore dei Beni culturali.
Ricostruire la storia di un manufatto, leggerne le caratteristiche costruttive, correlare lo stato di conservazione ai materiali che lo costituiscono sono tutti elementi ai quali l’uso della termografia infrarosso è in grado di offrire un significativo supporto. In particolare, l’analisi termografica consente di evidenziare le diverse risposte in temperatura causate da differenze di conducibilità e di capacità termiche tra materiali posti entro i primi cm all’interno della parete. Come è noto, la temperatura superficiale di un oggetto è sempre legata ai processi di propagazione del calore che si creano al suo interno come funzione delle condizioni al contorno. In generale, la variazione di tali condizioni al contorno, sia essa spontanea o indotta artificialmente, determina nella struttura muraria fenomeni di transitorio termico che possono essere facilmente visualizzati attraverso l’analisi termografica infrarosso della sua superficie. Si comprende quindi quale apporto  conoscitivo tale tecnica sia in grado di dare in modo assolutamente non invasivo,  fornendo preziose informazioni riguardo alle trasformazioni subite dal manufatto architettonico grazie all’evidenziazione delle discontinuità delle caratteristiche fisico-termiche dei materiali costituenti i primi centimetri del paramento murario non a vista. La differenza di “risposta” alla sollecitazione termica di materiali quali legno, mattoni, pietra e della malta di allettamento fra conci può quindi facilmente essere visualizzata mediante l’impronta che essi proiettano sullo strato di intonaco che ne copre la vista.

Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore nella Rabatana di Tursi (MT). Particolari Facciata est. Confronto tra immagine al visibile (immagine a dx) e all’infrarosso (immagine a sx). È ben visibile nell’immagine infrarosso la disomogeneità termica prodotta dai materiali costituenti l’arco di scarico della volta originaria non più presente. Esempio tratto dal: GNGTS – Atti del 22° Convegno Nazionale. E. Geraldi, F. T. Gizzi e N. Masini Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali – Sezione di Studi Federiciani – Potenza

Come si evince da questo esempio di caso studio, l’uso di questa tecnica di indagine diagnostica e conoscitiva – caratterizzata dalla non invasività né distruttività – ha rappresentato un valido ausilio nella conoscenza delle trasformazioni di questi manufatti architettonici. In questo senso l’uso di tale tecnica consente un valido supporto alla lettura “archeologica” dell’architettura.

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